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LA NEVICATA DEL 28 DICEMBRE 2020

CENNI SINOTTICI

 

La nevicata del 28 dicembre 2020 ha rappresentato quasi una sorta di "novità" per queste lande, abituate (un tempo) a ricevere grossi quantitativi di neve solamente dopo aver fatto i conti con una irruzione fredda a precedere il peggioramento di stampo nevoso. In questo caso invece l'episodio di neve ha coinvolto buona parte della regione con accumuli più o meno importanti provenendo da un periodo decisamente mite e senza essere stata preceduta da una avvezione di aria fredda degna di nota, benchè ovviamente una leggera componente più fredda a precedere l'evento si sia manifestata.

Il periodo che precede le festività natalizie è contraddistinto da cieli perennemente chiusi, qualche pioggia e soprattutto temperature miti per la stagione con valori minimi ben lontani dallo zero e massime fin'anche a 10 gradi nonostante la copertura nuvolosa. Questo a causa di una circolazione prettamente occidentale con Vortice Polare non particolarmente compatto ma ugualmente in grado di impedire scambi meridiani consentendo solo deboli ondulazioni

Proprio sotto Natale una temporanea frenata zonale consente all'alta pressione atlantica di ergersi verso nord lasciando scendere sul suo bordo orientale una massa d'aria più fredda in direzione del versante alpino.

La massa d'aria in ingresso non è particolarmente fredda ma è piuttosto secca tanto quanto basta da determinare un profilo termico verticale sufficiente per quota neve fino in pianura.

Nel frattempo dal nord Atlantico si "stacca" letteralmente un pezzo di Vortice Polare con obiettivo UK e Francia. Il nocciolo in discesa è accompagnato da un minimo di pressione molto profondo (valori fino a 970 hPa sul Regno Unito) e con geopotenziali parecchio bassi, abbassando di alcune centinaia di metri rispetto alla norma le quote isobariche di riferimento. L'affondo poco profondo ne determina inoltre un richiamo di Libeccio che pesca aria molto umida dai nostri mari, non ancora raffreddatisi in seno alla circolazione mite avutasi fino a pochi giorni prima e quindi determinando una cospicua condensazione della massa d'aria, ma senza richiamare aria troppo mite. Al contrario, la saturazione della massa d'aria dovuta alle precipitazioni, ha l'effetto di raffreddare ulteriormente la colonna cosicchè, da una temperatura di -3 a 1300 metri (quota barica di 850 hPa) ad inizio fenomeni, si scende a -5 a 1200 metri (corrispondente sempre alla barica di 850 hPa, ribassata in altitudine causa l'approfondimento dei geopotenziali) a fenomenologia in corso.

Da sottolineare altresì che la dinamica è stata inquadrata dai modelli fisico-matematici sin da quasi 10 giorni prima, pur con le dovute modifiche nei dettagli man mano ci si è avvicinati all'evento.

Mappa AROME 1.3 km a 850 hPa incentrata a metà mattinata con la -5 su tutto il milanese; nel cerchietto in rosso è evidenziata la zona di Copreno, dentro ad una -4

Le conseguenze sono fitte nevicate su buona parte del territorio lombardo, con canale precipitativo principale in risalita dal ligure su una traiettoria Pavia-Milano-Brianza-bergamasco, decisamente le zone più colpite dai nuclei in risalita, ma con buoni apporti nevosi anche sul resto dell'ovest regione Milano città compresa.

Gli accumuli in regione vanno dai 30-35cm del lecchese, passando per i 25-30cm della Brianza e del bergamasco, i 20-25cm nel milanese (Milano poco meno di 20cm nei quartieri periferici, attorno a 10cm in centro), 15-20cm tra pavese, lodigiano, cremonese e varesotto (ma fino a 25cm nei comuni ad est al confine col comasco), per finire con accumuli minori nelle province orientali (bresciano e mantovano con accumuli di pochi centimetri).

L'episodio è stato caratterizzato da un rapporto cm/h piuttosto elevato, essendosi trattato di un passaggio intenso ma tutto sommato di breve durata, cominciato la sera di domenica 27 dicembre ma con accumuli quasi nulli fino ad inizio nottata, e terminato attorno al tardo mattino/metà giornata di lunedi 28, concentrando quindi molti millimetri equivalenti in poche ore. Nella quasi totalità dei casi le precipitazioni sono terminate in forma solida, senza quindi pioggia al seguito. Nel tardo pomeriggio si sono aperte anche delle schiarite che hanno spedito le temperature di diversi gradi al di sotto dello zero, prima che nuove nubi limitassero il calo o ne comportarono una risalita fin sopra lo zero, in particolare sulle zone pedemontane e di alta pianura.

Nei giorni successivi si sono instaurate sull'intera regione le tipiche condizioni che susseguono alla maggior parte degli eventi nevosi della pianura lombarda, caratterizzate da cieli quasi perennemente chiusi e qualche debole precipitazione in un contesto termico tutto sommato invernale ma non particolarmente rigido, se si eccettua la giornata di S.Silvestro che ha finalmente visto una temporanea tregua con buone gelate ovunque.

 

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MAPPE METEO A CURA DI METEOCIEL.FR E WETTERZENTRALE.DE

 

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