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L'IRRUZIONE GELIDA E NEVOSA DI FINE FEBBRAIO

ED INIZIO MARZO 2018

 

L'inverno 2017-2018 chiude col botto dopo essere stato del tutto assente a partire dalla settimana di Natale fino alla terza decade di febbraio.

Un fortissimo doppio riscaldamento in stratosfera (Stratwarming) sancisce la divisione del Vortice Polare Stratosferico con conseguenti ripercussioni in troposfera dove il Vortice Polare Troposferico viene letteralmente spezzato in due dalla risalita calda operata dall'anticiclone atlantico che separa il VPT in due tronconi: uno sulla Groenlandia ed uno che dalla Siberia scende con traiettoria verso l'Europa ed anche l'Italia.

 

 

La massa in entrata non è solo davvero gelida, ma è anche di proporzioni imponenti: un autentico lago gelido che dal comparto russo si impadronisce di praticamente tutto il continente europeo spedendolo nel freezer con isoterme fino a -25 alla quota di 850 hPa

 

 

L'ingresso gelido è accompagnato da vivace ventilazione da est/sudest, componente che consente deboli nevicate in particolare in nottata e mattinata per le medio-basse pianure mentre sulle pedemontane lo stau lavora in particolare in serata quando si accumulano finanche 4-6cm. Anche nelle due giornate successive si verificano delle sfiocchettate in particolare sulle pedemontane dove si riesce anche ad accumulare ancora qualcosa.

Per l'Italia il culmine del gelo si registra martedi 27 febbraio con l'ingresso, per quanto riguarda il radiosondaggio di Milano Linate, di una -13.7 a 1350 metri, ma le isoterme si manterranno al di sotto della -10 dal pomeriggio di domenica 25 febbraio al pomeriggio di giovedi 1 marzo quando l'avvezione di aria più umida e mite in arrivo da ovest determina una attenuazione dell'ondata di gelo ma anche un peggioramento del tempo causato dal sovrascorrimento della sopracitata aria caldoumida al di sopra del cuscinetto freddo appena formatosi in Valpadana, generando cosi la più classica delle situazione nevose per il nord Italia, quella da raddolcimento.

 

Situazione in Europa al 27 febbraio

 

 

Massima isoterma fredda sul nord Italia

 

 

La manovra venutasi a creare a seguito dello stravolgimento configurativo avvenuto in Europa determina, come anticipato sopra, una risposta proveniente da ovest rappresentata da una depressione in discesa dall'Atlantico che viene agganciata dal nucleo gelido in movimento antizonale verso ovest. E' però proprio questa eccessiva antizonalità ad impedire un deciso ingresso della depressione verso il Mediterraneo: l'anticiclone si dispone con un asse eccessivamente est-ovest abbassandosi di latitudine e garantendo una parziale protezione dal respiro meridionale che in un primo tempo ha origini parecchio lontane stante il minimo pressorio posizionato addirittura ad ovest del Portogallo

 

Primo peggioramento giovedi 1 marzo

 

 

Solo col passare dei giorni e la progressiva destabilizzazione del campo altopressorio la situazione evolve in un avanzamento del minimo in direzione dell'Italia con precipitazioni che si faranno più corpose pur mantenendo una traiettoria piuttosto bassa privilegiando le basse pianure dove si concentreranno gli accumuli nevosi più importanti e coinvolgendo più marginalmente, pur senza venire escluse, le zone via via più a nord in regione.

 

  Secondo passaggio perturbato venerdi 2 marzo

 

 

Terzo impulso perturbato sabato 3 marzo

 

 

Il potente cuscinetto gelido regge ai molteplici richiami miti da sud per tutto il periodo, con neve che si è quindi presentata in regione sia giovedi, con valori termici veramente notevoli, che venerdi (neve ancora sottozero inizialmente) e sabato (neve più pesante causa valori soprazero). Gli accumuli nevosi però, causa la stagione avanzata e la radiazione solare che ad inizio marzo si fa sentire, risentono della tempistica non propriamente perfetta dell'incipit delle precipitazioni che si sono manifestate prevalentemente nelle ore diurne, limitando lo spessore al suolo laddove le precipitazioni si sono presentate più intermittenti alternando le fasi di neve moderata a quelle più deboli.

Nell'intero periodo che va da giovedi 1 marzo a sabato 3 marzo, gli accumuli nevosi sono stati pressochè i seguenti: sui 20cm nel cremonese, 15-20cm su lodigiano e pavese, attorno ai 15cm sul bresciano, 10-15cm su milanese (maggiori accumulo su basso milanese), bergamasco e mantovano, 5-10cm su pianura brianzola/monzese, lecchese, comasco e varesotto, queste ultime quasi del tutto risparmiate dall'ultimo episodio di sabato mattina, fatta eccezione per l'estrema bassa provincia di Monza colpita da ottimi rovesci nevosi con deposito di alcuni cm.

 

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